"Stefano Gerbaudo - La santità a qualunque costo" - PRESENTAZIONE
Roberto Falciola: “ Stefano GERBAUDO – La santità a qualunque costo” - Edizioni AVE
Presentazione
L’Ottocento piemontese è stato segnato da una schiera di santi e beati unica al mondo. La loro fede e la loro santità sono state contagiose. Un fenomeno ecclesiale e di Grazia che ha influenzato Torino, l’Astigiano e il Cuneese. In questa scia si colloca la splendida figura novecentesca di don Stefano Gerbaudo, sacerdote fossanese morto quando aveva appena 41 anni.
Tutta la sua vita è stata incentrata nella ricerca della santità «a tutti i costi». Ha servito la Chiesa di Fossano dapprima come viceparroco a Villafalletto, poi come direttore spirituale dei seminaristi e, nello stesso tempo, come animatore della Gioventù Femminile nell’Azione Cattolica.
In modo instancabile e scrupoloso preparava incontri e ritiri usando sempre poche parole incisive e concrete con l’entusiasmo della convinzione. Come buon padre spirituale oculato, prudente e saggio, chiedeva a tutti preghiera, sacrificio, silenzio e ascolto della volontà di Dio. Ha insegnato a salire, trasmettendo ciò che viveva con serietà, con rigore nel disegnare tratti dell’identità cristiana, con pazienza, capacità, dolcezza e testimonianza. Era convinto che concentrarsi sul lavoro formativo fosse la strada per fornire al paese un futuro.
Nel suo ministero sacerdotale, usando prima la bicicletta e poi il motorino, ha proposto una fede non intimistica, ma profonda che riempie la vita nel costante apostolato. Da buon fossanese era legato a Maria, legato al Santuario di Cussanio, luogo dove spesso si recava a pregare. Ai giovani seminaristi chiedeva di puntare il loro sguardo in alto, non tra le nuvole, ma in Alto con la A maiuscola. Pregava e faceva pregare convinto che a Gesù o si dà tutto o si dà nulla.
E dall’alveo dell’Azione Cattolica, in particolare dalla Gioventù Femminile, ecco che nascono le Cenacoline, un gruppo di ragazze a cui trasmette la sua profonda spiritualità chiedendo di consacrarsi alla preghiera per i seminaristi e per la santità dei sacerdoti dando loro una mano nelle piccole cose, restando nel mondo. Ad esse chiede puntualità e precisione agli incontri formativi, fedeltà alla preghiera e al lavoro, costanza nei rendiconti mensili, modernità sana nel vestire, mortificazione e giovialità, apostolato e raccoglimento.
Don Stefano si è distinto anche nella carità, nel distacco dalle cose e dal denaro, sempre premuroso e delicato verso chi incontrava. Teneva per sé ben poche cose, tutto era dono. È vissuto nell’essenzialità e nella povertà, sempre con il desiderio di tendere a tutti i costi verso la santità. Con concretezza, soleva dire che non era difficile stilare delle regole di vita, ma, ben più difficile, era mantenerle.
Anche negli ultimi anni della sua vita, segnato dal dolore, don Stefano ha continuato a pregare offrendo la sua sofferenza per un seminarista e per la santificazione dei sacerdoti.
Le pagine che seguono, con la delicata penna dell’autore, avvolgono il lettore e lo portano alla profondità della spiritualità di don Stefano con un ritmo crescente, senza adulazioni o parole superflue.
Lo stile di vita di don Stefano Gerbaudo non è passato inosservato. Vorrei proprio che il clero fossanese e cuneese trovasse in don Stefano un vero modello di sacerdote da copiare, da amare, da imitare oggi. È possibile dare tutto al Signore. È possibile essere santi, oggi!
+ Piero Delbosco
Vescovo di Cuneo e di Fossano